La Ferrovia
Era un' invasione umana unica e grandiosa per quei tempi: quasi tremila operai erano impegnati nelle opere durissime di montagna.
Braccianti, carpentieri, muratori e boscaioli lavoravano su "le ferade".
Le osterie alla "Posta" di Moggio, Chiusaforte, Dogna e Resiutta erano bivacchi di operai che calavano la sera per spegnere la sete e la fatica quotidiana..

L’opera d’arte più imponente, realizzata sull’intera linea, fu senz’altro il ponte – viadotto di Dogna, che constava di 4 travate metalliche e in curva con il breve raggio di 350m. , della lunghezza di 172m. e di un altezza sull’alveo del torrente Dogna di 38m.
Durante la I° Guerra Mondiale, il ponte venne fatto segno di numerosi cannoneggiamenti da parte delle artiglierie austriache appostate presso il forte Hensel di Malborghetto; l’abitato di Dogna fu gravemente danneggiato, ma il ponte non venne mai colpito. Anche durante il II° conflitto mondiale, l’opera venne presa di mira dai bombardamenti aerei delle forze alleate che, dopo aver distrutto buona parte del paese, nel 1945 colpirono il ponte danneggiandolo fortemente. Il violento nubifragio del 16 settembre 1968 fece crollare un pilone e, di conseguenza, due travate metalliche caddero sul greto del torrente Dogna.
In soli 68 giorni, il Genio Militare lo ripristinava, consentendo la ripresa del traffico seppure a velocità ridotta, finché venne realizzato il nuovo ponte. Inaugurato nel maggio del 1975, era costituito da cinque travate di cemento armato precompresso della lunghezza complessiva di 230m. .
Nel 1995, il tratto di ferrovia ultracentenaria che va da Stazione di Carnia a Pontebba, ha dovuto cedere il passo al nuovo tracciato che è stato realizzato quasi completamente in galleria.
Ora, sul vecchio sedime ferroviario, gli arbusti e le sterpaglie hanno raggiunto altezza d’uomo e le stazioni sono abbandonate e in forte stato di degrado.